La visione di Raphael nell’intreccio di tradizione, famiglia e territorio

Nel 1972, il sogno di Pierluigi Fileppo diventava tangibile: fondare un’azienda che incarnasse l’eccellenza del tessile biellese, unendo la maestria artigianale tradizionale con un approccio innovativo. Quel sogno prese forma in Raphael, un nome che oggi risuona come simbolo di qualità nel mondo dei tessuti di alta moda.

Oggi, il marchio rappresenta un’eredità di valori e tecniche che si sono evolute nel corso degli anni, mantenendo sempre un legame stretto con le sue radici nel cuore della Valsessera. È una storia di passione, dedizione e impegno verso l’eccellenza, che ha reso Raphael un punto di riferimento nel settore tessile.

Pierluigi Fileppo, dopo tanti anni, rimane una presenza costante e attiva in azienda, una guida per figli, nipoti, collaboratori e clienti. Incontrato tra le mura degli uffici della sede, dove è presente dal mattino alla sera, il suo impegno quotidiano testimonia l’abnegazione e la passione che hanno alimentato il successo dell’impresa: è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, simbolo dell’eredità e della visione dell’azienda.

Per comprendere meglio il percorso di Raphael, abbiamo incontrato il fondatore. Ecco le risposte alle nostre domande.

Cosa l’ha spinta a fondare Raphael?

Da sempre, mi hanno ispirato la passione per il tessile e l’amore per il mio territorio, il biellese, punto di riferimento nel tessile. Sin dall’inizio, nel 1972, abbiamo cercato di superare i confini dell’artigianalità classica anche grazie alle tecnologie. Le tecnologie negli anni si sono evolute e il mondo del tessuto non è più lo stesso, ma la volontà di fare bene il nostro lavoro è sempre la stessa.

Come ha risposto ai cambiamenti del mercato tessile per mantenere Raphael competitiva?

Questo mondo cambia in fretta, e per tenere il passo, abbiamo puntato su due cose: fare tessuti diversi dagli altri, come il Jacquard, e ascoltare cosa vogliono i nostri clienti, permettere loro di cavalcare le tendenze della moda.
Abbiamo investito tanto in macchinari, abbracciando i principi dell’Industria 4.0, pur rimanendo fedeli ai principi di qualità che da sempre ci appartengono.

In che modo ha affrontato il passaggio da un mercato nazionale a un contesto internazionale?

Espandersi nel mondo è stato bello ma impegnativo. Abbiamo affrontato tutto con mente aperta, cercando di capire e rispettare le differenze di clienti da paesi diversi. Abbiamo ascoltato molto e ci siamo adattati in fretta, senza mai dimenticare da dove veniamo e i valori che ci hanno fatto crescere. E poi, ci siamo dati da fare per avere una rete di vendita che conoscesse bene i posti dove andavamo, così da essere vicini ai nostri clienti ovunque.

Come si sente nel vedere Raphael crescere pur rimanendo un’impresa di famiglia?

Vedere Raphael crescere così è una grande gioia. Ognuno in famiglia ha dato qualcosa di speciale, aiutando l’azienda ad essere quello che è oggi. Mio fratello Bruno, per esempio, ha lasciato un segno profondo.
La famiglia, le persone della famiglia, sono tutto per quest’azienda; sono loro che porteranno avanti le tradizioni e spingeranno verso il nuovo. Sono sicuro che sapranno tenere ben saldo il timone, rispettare la nostra storia e portare energie fresche.